lunedì 15 aprile 2019

Meno tasse per tutti?

Premessa: articolo lunghissimo, sorry…in fondo come sempre trovate il riassunto!

Dal momento che si avvicinano le elezioni europee, è spuntata a sorpresa (come no?!) la sempreverde promessa di tagliare le tasse*...tra tutte le imposte che i contribuenti pagano (dirette, indirette, reddituali, patrimoniali,...,1), il Governo si vorrebbe occupare dell’IRPEF (2)

Prima di entrare nel merito della proposta, facciamo il solito specchietto teorico corredato dallo stato dell’arte:
  • l’IRPEF è un’imposta che colpisce il reddito complessivo delle persone fisiche prodotto in qualsivoglia modo: da lavoro (dipendente e autonomo), da pensione, da rendite per immobili, da capitale, da impresa, etc. (3)
  • con una tassazione che cresce all’aumentare del reddito (5 scaglioni corrispondenti ad altrettante aliquote), l’IRPEF rientra nella categoria di imposta progressiva
  • da sola costituisce circa il 25% dell’intero gettito fiscale italiano (somma di entrate tributarie e contributive, 4)

Nella realtà dei fatti, a furia di varie manovrette e cambiamenti succedutesi nel tempo, lo stato attuale è il seguente:
  • per quasi tutte le categorie si è persa la progressività dell’imposta in favore di aliquote ad hoc, il risultato è che è una tassa flat per i redditi fondati sul capitale, su interessi e proventi finanziari, da locazioni di lungo o breve periodo e sui canoni e plusvalenze immobiliari ed altre categorie minori
  • di conseguenza l’IRPEF rimane progressiva solo sui redditi da lavoro, siano essi dipendenti od autonomi, e per i pensionati
  • fa eccezione una parte dei lavoratori autonomi, quelli che guadagnano sotto determinate soglie, per i quali tradizionalmente (con modifiche varie di Governo in Governo) esistono dei regimi particolari in cui si applicano aliquote più basse

Lo scorso dicembre, Salvini ha insistito per approvare un ampliamento di quest’ultima platea ed ha chiamato questa operazione “flat tax”…prima di procedere oltre, vediamo le problematiche (5) connesse a quest’ultima modifica:
  • cominciamo col dire che non è piatta manco per sbaglio perché prevede due scaglioni iniziali ad aliquote agevolate (15% fino a 65k€, 20% fino a 100k€) e successivamente le normali aliquote IRPEF
  • crea distorsioni verticali, infatti appena un lavoratore autonomo è vicino ad una delle soglie è incentivato o a non crescere, che è cosa triste di per se in un’economia come quella italiana che è stagnante, o a fatturare tutto il surplus in nero, che è pure peggio
  • crea discriminazioni orizzontali nei confronti dei lavoratori dipendenti (e dei pensionati), se si prendono due lavoratori, uno autonomo ed uno dipendente, a parità di reddito lordo il secondo paga molte più tasse

Cosa cambia con la nuova promessa elettorale di stampo governativa (principalmente leghista, coi pentastellati che come di consueto rincorrono, 6)?
  • partiamo col solito modus operandi di dire le cose a spizzichi e bocconi, cambiando i numeri giorno dopo giorno e smentendosi a vicenda, continuando ad alimentare il clima di incertezza che si è instaurato insieme all’attuale esecutivo quasi 10 mesi fa…vi ricordo che incertezza significa spread alto (paghiamo più interessi sul nostro già enorme debito) e calo della domanda interna (meno investimenti e consumi)
  • il nome è di nuovo falso, perché (stando a quanto si è appreso finora) la proposta è di estendere il meccanismo “regime agevolato per redditi sotto una certa soglia + aliquote IRPEF classiche sopra tale soglia” anche ai lavoratori dipendenti e pensionati…ditemi voi se questa roba è flat
  • oltre alle distorsioni verticali già accennate prima, dal momento che si pensa di collegare gli scaglioni iniziali al concetto di famiglia, c’è il rischio concreto di creare ulteriori discriminazioni tra single e persone conviventi, nello specifico sembrerebbero esser premiati i primi…ma non era il Governo della famiglia tradizionale?!
  • tanto per cambiare, le coperture sono totalmente inventate…per fare quest’operazione bisogna necessariamente tagliare la spesa pubblica, non ci sono evidenze teoriche o sperimentali che affermino che un’operazione di questa portata possa autofinanziarsi!

In conclusione, cosa penso io di quest’enorme chiacchiericcio sulla “flat tax”?
  • l’Italia ha assoluto bisogno di una riforma della tassazione, non ha senso infatti imporre progressività dell’imposta solo ad una sottoclasse di redditi da lavoro (dipendenti e pensionati), che da soli si accollano la spesa maggiore
  • la soluzione non è inventarsi un nuovo regime agevolato che smantelli un ulteriore pezzetto di IRPEF, perché questo creerebbe ulteriori discriminazioni, senza risolvere il problema di (non) equità fiscale
  • smettiamola di complicare le cose, volete fare una tassazione piatta? La volete super progressiva?** Fatela, ma vi prego semplifichiamo l’attuale sistema, che è complicato ed iniquo
  • smettiamola di dar credito a chi dice che si possono tagliare le tasse senza rivedere la spesa pubblica, chi lo dice vi sta raccontando balle!
  • in tutta franchezza sembra la più classica delle operazioni elettorali di accaparramento di voti, come al solito il tanto nominato “cambiamento” proprio non si vede…e se c’è è certamente in peggio

* concedetemi di usare in maniera equivalente “tasse” ed “imposte”, anche se tecnicamente sono diverse

** dal punto di vista ideologico sono fedele alla Costituzione italiana che impone si perseguire i principi di progressività e capacità contributiva, perciò in linea di principio dovrei essere a favore di una bella IRPEF uguale per tutti…qual è il problema? Ormai è inimmaginabile chiedere agli elettori di rinunciare ai vantaggi di imposte sostitutive, cedolari secche e quant’altro, tentando di re-includere nel perimetro della progressività i tanti redditi che oggi ne sono esclusi, perciò, forse, vale la pena pensare ad una vera “flat tax”, con aliquota unica uguale per tutti, con l’imprescindibile vincolo di esenzione universale per i redditi minimi e con l’aggiunta di “progressività per deduzione” (7), in modo da ripristinare l’equità orizzontale che negli anni è venuta meno…qual è il prezzo da pagare? Una riforma di tale entità NON si può applicare col vincolo della parità di gettito…se vogliamo abbassare le tasse, bisogna tagliare la spesa!


tl;dr:

Come di consueto, appena si avvicinano delle elezioni di carattere nazionale, spuntano promesse elettorali…a ‘sto giro si parla molto di taglio delle tasse!

L’attuale situazione sulla tassazione è molto complicata, ma, semplificando brutalmente si può riassumere come segue:
  • l’imposta da redditi complessivi (da lavoro, da pensione, da rendite per immobili, da capitale,…), che da sola costituisce circa il 25% dell’intero gettito fiscale italiano, dovrebbe essere progressiva per tutti, ma non lo è
  • per quasi tutte le categorie, infatti, esistono diverse aliquote uniche (tante mini flat tax), il risultato è che i dipendenti, i pensionati ed una minoranza di lavoratori autonomi (quelli più “ricchi”) pagano la maggior parte del gettito relativo a tale imposta

Lo scorso dicembre il Governo ha varato un’operazione, che ha definito “flat tax”, in cui ha ampliato il regime di tassazione agevolato per una sottocategoria di lavoratori, amplificando ulteriormente la già considerevole non equità fiscale…

Negli ultimi giorni è stata proposta una nuova “flat tax”, che vorrebbe estendere il concetto già espresso nella “Legge di Bilancio 2019” dai lavoratori autonomi alle famiglie con lavoratori dipendenti e pensionati…

Qual è il mio pensiero su tutto ciò?
  • cominciamo col dire che le proposte di cui parliamo non sono piatte manco per sbaglio perché prevedono un meccanismo “regime agevolato per redditi sotto una certa soglia + aliquote classiche sopra tale soglia”…ditemi voi se questa roba è flat
  • si creano distorsioni verticali, infatti appena un lavoratore è vicino ad una delle soglie è incentivato o a non crescere, che è cosa triste di per se in un’economia come quella italiana che è stagnante, o a nascondere il surplus, che è pure peggio
  • il solito modus operandi di dire le cose a spizzichi e bocconi, cambiando spesso i numeri e smentendosi a vicenda, non fa altro che alimentare il clima di incertezza che ci accompagna da giugno…vi ricordo che incertezza significa spread alto (paghiamo più interessi sul nostro già enorme debito) e calo della domanda interna (meno investimenti e consumi)
  • mancano le coperture…non ci sono infatti evidenze teoriche o sperimentali che affermino che un’operazione di questa portata possa autofinanziarsi, l’unico modo è tagliare la spesa pubblica, ma si guardano bene dal dirlo!
  • esistono proposte serie di “flat tax” con vincolo di esenzione universale per i redditi minimi e “progressività per deduzione”, in ottemperanza con gli obblighi costituzionali, ma richiedono tagli della spese, quindi nessun politico le prenderà mai in considerazione
  • sinceramente pare la classica operazione elettorale di accaparramento di voti...“cambiamento” dove sei?

In conclusione, si scade nel solito disagio, perché in realtà l’Italia avrebbe assoluto bisogno di una riforma della tassazione, ma NON nei modi e nei tempi che Lega e M5S vanno sbandierando…il declino del Paese avanza inesorabile…

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