lunedì 10 giugno 2019

Da che parte sto?

Prima di dirvi da parte sto, cominciamo col definire una parametrizzazione dello spettro politico: l'approccio più rozzo, che però per mia esperienza direi che è quello maggiormente diffuso in Italia, è di usare un solo parametro, dividendo le persone in due macro-categorie, solitamente Destra e Sinistra...questo modello è però del tutto insufficiente a descrivere la complessità del reale spettro politico!

Con un unico asse infatti non si riescono a descrivere contemporaneamente entrambe le dimensioni economica (economia pianificata vs libero mercato) e sociale (autoritarismo vs libertarismo) che ogni persona sperimenta nel vivere la società civile: il controesempio tipico è dato dai regimi fascisti e comunisti del secolo scorso, dal punto di vista classico li poniamo agli opposti estremi di Destra e Sinistra, ma dal punto di vista sociale erano entrambi esempi di dittature autoritarie!

Urge quindi aggiungere almeno un parametro in più…e qui si apre un mondo, per i più curiosi invito a dare un occhio alla seguente pagina (1) in cui si trovano molte proposte in merito, tanto per fissare le idee vi propongo il seguente modello a due assi (23)


Source: https://www.politicalcompass.org/

In questo contesto è chiaro che parlare unicamente di Destra e Sinistra sembra aver perso significato, ed è proprio qui che voglio arrivare: pur riconoscendo l’assoluta importanza di distinguersi tra varie posizioni personali, e che solitamente chi si propone agli elettori dicendo di non essere "né di Destra né di Sinistra” è in realtà qualcosa di simile a un fascista, più passa il tempo e più mi convinco che dovremmo superare i tradizionali concetti con cui finora ci siamo descritti!

Spesso e volentieri infatti, più che rappresentare degli obiettivi da perseguire, i termini Destra e Sinistra assumono il ruolo di trincee all'interno delle quali ritirarsi, impedendo di fatto qualsiasi tipo di mediazione e generando immobilismo e confusione nella discussione politica…non mi si neghi infatti che frequentemente viene fatto il ragionamento “non approverò mai concetto X se non è inequivocabilmente dello schieramento Y”  e viceversa!

Se poi fosse così irrinunciabile ricorrere ad una parametrizzazione con un solo asse, preferirei mille volte usare categorie alternative, sia per nome che per contenuti, che mi sembrano più adatte ai nostri tempi, come Progressisti e Conservatori (4)

Ciò posto, posso rispondere alla domanda oggetto del titolo: da che parte sto?

In tutta onestà, fino a 4-5 anni fa (diciamo intorno ai 25 anni) non mi lamentavo troppo della prima descrizione, certo ne riconoscevo i limiti già citati, ma non me ne preoccupavo, tralasciando infatti il periodo liceale (a 16-18 anni si è tutti più calienti 😋 ) non mi sono mai definito un estremista, ed alla domanda “politicamente come sei schierato?” avrei risposto “uomo di Sinistra, Socialdemocratico”

Negli ultimi anni, complici anche i grossi cambiamenti che ha avuto la mia vita e l’età più matura, ho acquisito maggior interesse ad approfondire seriamente certe tematiche economico-politiche ed ho iniziato a mettere in discussione molte delle mie “convinzioni”…il risultato è che ormai trovo seria difficoltà nell’attribuirmi un’etichetta secondo il classico schema Destra vs Sinistra e piuttosto che ragionare in termini dei classici schieramenti, preferisco un altro tipo di approccio…

L'idea è che se debba valutare la bontà di una determinata scelta io cerchi di rispondere a domande tipo “è utile/inutile?”, “è valida/controproducente”, “è/non è equa?” e simili cercando di seguire un ragionamento a sfondo progressista e con alcuni punti fermi figli certamente della mia storia personale: un approccio scientifico ed il più possibile privo di pregiudizi, data la mia forte passione per i fatti concreti e le evidenze sperimentali, un po’ di sano europeismo, dovuto all’evidenza che da soli non potremo mai farcela e che l’endgame di tutto quanto dovrebbe essere prima o poi qualcosa di simile alla Federazione dei Pianeti Uniti (5), un pizzico di socialismo, perché è chiaro che non bisogna lasciare indietro chi è più debole, ed ovviamente un convinto antifascismo!

Quello che ne esce e ne uscirà fuori (non ho affatto la pretesa di non evolvere ulteriormente il mio pensiero) è una posizione che a tratti può sembrare liberista, a tratti socialista, meno statalista rispetto ad una volta, spesso globalista e meno frequentemente protezionista, sicuramente laica...insomma in poche parole (so che lo state aspettando) a volte di Destra e a volte di Sinistra 😉

Ci sono controindicazioni a pensarla come la vedo io? Una grande c’è: in questo Paese non mi sento rappresentato da nessuno...


PS1: a mio modesto avviso, in Italia siamo particolarmente legati ai concetti di Destra e Sinistra perché in media va forte l’idea di Stato onnipresente ed anche il più moderato elettore che si definisca di Centrodestra o Centrosinistra è in realtà molto statalista, chi si ritiene Liberal (6) è molto poco rappresentato...

PS2: l’ho accennato ma lo ribadisco…quanto scritto sopra non vuole essere una critica alle tradizionali prese di posizione ideologiche, nel senso di svuotarne l'importanza storica che hanno avuto, ma appunto, è un suggerimento ad aggiornarsi…il mondo è cambiato, e molto, sono sorte nuove tematiche/sfide e, a parer mio, anche il modo in cui pensiamo di affrontarle andrebbe cambiato!


tl;dr:

Per poter dire da che parte sto, devo innanzitutto premettere che da un po’ di tempo a questa parte le classiche etichette di Destra e Sinistra mi stanno un po’ strette e, volendo riassumere al massimo, ritengo vadano superate per almeno due motivi:
  • la parametrizzazione con un solo asse è del tutto insufficiente a descrivere la complessità del reale spettro politico, non riuscendo a tener conto contemporaneamente delle dimensioni economica (economia pianificata vs libero mercato) e sociale (autoritarismo vs libertarismo)
  • pur riconoscendo l’enorme importanza storica ed il contenuto ideologico che entrambi i termini possiedono, credo sia evidente che dovremmo evolvere il modo con cui pensiamo di affrontare il mondo e le nuove sfide che sono nate negli ultimi decenni

In questo contesto una classificazione più adatta ai nostri tempi, alternativa per termini e contenuti, è quella di Progressisti vs Conservatori!

Se perciò fino a 4-5 anni fa usavo etichettarmi come “uomo di Sinistra, Socialdemocratico”, oggi, dopo aver rivisto profondamente molte delle mie vecchie convinzioni, preferisco definirmi “Progressista” con alcuni punti fermi figli della mia storia personale, molto sinteticamente: seguo un approccio scientifico ed il più possibile privo di pregiudizi, conservo convintamente alcuni principi di stampo socialdemocratico, ma al contempo riconosco i limiti dell'eccessivo statalismo ed alcuni pregi del liberismo, sono antifascista ed auspico di vedere un giorno gli Stati Uniti d’Europa!

Qual è il problema di riconoscersi in una simile posizione in Italia? Al momento non mi sento rappresentato da nessuno...

2 commenti:

  1. Ma come "io cerca di rispondere"?! Sei un reazionario antigrammaticale, ecco cosa sei!!1!

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    1. LOL, ad ogni revisione continuo a switchare tra prima e terza persona, tempi e modi casuali...e questo è quello che succede, che vergogna! xD

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