lunedì 14 settembre 2020

Referendum costituzionale

Premessa: sì lo so, è tanto che manco da queste parti, ma un referendum è pur sempre un referendum...perché negarmi il "piacere" di raccontare le mie solite fregnacce? 😜

Di cosa stiamo parlando?

Come (spero) la maggior parte di voi già saprà, il 20-21 settembre saremo chiamati ad esprimerci in merito ad un referendum costituzionale sulla riduzione di un terzo del numero dei parlamentari di Camera e Senato. In termini assoluti la riforma prevede di ridurre i seggi alla Camera da 630 a 400 e quelli al Senato da 315 a 200, in termini relativi se oggi ci sono un deputato ogni 96 mila abitanti e un senatore ogni 188 mila abitanti, con il taglio ci sarebbero un deputato ogni 151 mila abitanti e un senatore ogni 302 mila abitanti (1).

Le ragioni del Sì

Molto brevemente una vittoria del Sì implicherebbe:
  • una riduzione dei costi della politica, per un risparmio complessivo di poco più di 50M€ annui (2)
  • un’auspicata maggiore efficienza del funzionamento del Parlamento, in ragione del minor numero di rappresentanti eletti (3)

Le ragioni del No


Chi difende il No sostiene che:
  • la riduzione dei costi della politica, già di per sé irrisoria (circa 1€ annuo a cittadino), sarebbe completamente vanificata dal referendum stesso, se infatti normalmente ogni chiamata alle urne costa circa 350M€, in tempo di pandemia i costi sono anche maggiori (4)
  • meno parlamentari non implica necessariamente maggior efficienza e/o qualità, visto e considerato che la riforma non tocca alcun meccanismo dell’attuale processo legislativo
  • se è vero che, tenendo conto del bicameralismo paritario in Italia, l’attuale numero di parlamentari appare solo di poco al di sopra di quello appropriato sulla base dei confronti con gli altri Paesi europei, con il taglio proposto si scenderebbe ben al di sotto di quanto appropriato (5)

Cosa ne penso io?


A ‘sto giro mi trovo nella scomoda situazione di non avere assolutamente ottime ragioni per votare Sì e allo stesso tempo non approvo tutte ragioni del No, mi spiego peggio [cit. GioPizzi]:
  • per quanto riguarda la questione risparmi, mi sento sinceramente preso in giro da chi mi propina questa “riforma” (più sotto do una motivazione alle virgolette) come un’occasione epocale per tagliare i costi della politica, per più di un motivo
    • innanzitutto i proponenti del taglio stesso non sono mai stati in grado di fornire una stima adeguata ed hanno anzi sempre gonfiato abbondantemente il risparmio promesso (6)
    • il cd risparmio risulta ridicolo se paragonato alla quantità di risorse che gli stessi proponenti sprecano e sperperano più o meno quotidianamente (invito a cercare nei miei vecchi articoli parole chiave come Alitalia, Quota100, pensioni, giovani, università, etc.)
    • si può fare lo stesso lavoro, per non dire di meglio, in termini di recupero delle risorse senza dover toccare la Costituzione (7)
  • sull’ipotetico miglioramento dell’efficienza del parlamento rimango dubbioso, tutti i tentativi semiquantitativi di dimostrare tale implicazione mi sembrano poco più che esercizi di ottimizzazione che, pur essendo ben fatti e molto interessanti, non riescono seriamente a cogliere la reale complessità che sta dietro alla macchina legislativa di un Paese di 60 milioni di abitanti
  • allo stesso tempo però non colgo seri pericoli per quanto riguarda un drastico calo della rappresentatività del popolo in Parlamento, anzi non vedrei nulla di male nello sfoltire (con criterio!) il numero dei nostri rappresentanti eletti, a patto però di affiancare a tale taglio una riforma dei regolamenti parlamentari e possibilmente una modifica (finalmente!) condivisa della legge elettorale
  • più in generale non riesco nemmeno a definire quest’operazione una “riforma”, non vedo dietro alcuna filosofia seria di cambiamento, né alcun disegno organico, ma vedo solamente una grande operazione populista e demagogica, praticamente priva di impatti positivi ed anzi forse accompagnata da alcune possibili magagne, buona sola come vittoria politica per i proponenti la modifica in caso di successo del Sì

Per chi volesse ulteriormente approfondire, qui (8) trovate un video-dibattito tra una persona che sostiene il Sì ed una che sostiene il No, a mio avviso entrambi i relatori sono molto intellettualmente onesti e spiegano nel merito le loro posizioni...have fun (si fa per dire! 😅)


tl;dr

Il 20 e 21 settembre prossimi saremo chiamati ad esprimerci in merito ad un referendum costituzionale sulla riduzione di un terzo del numero dei parlamentari di Camera e Senato:
  • chi difende il Sì sostiene che ci saranno sostanziali risparmi sui cd "costi della politica", che verrà snellita la macchina legislativa e addirittura ci sarà un impatto positivo sulla qualità dei rappresentanti eletti
  • chi si batte per il No afferma che il risparmio promesso è irrisorio, che la filosofia “pochi ma buoni” non è affatto garantita da questa modifica costituzionale e che anzi potremmo incorrere nel rischio di mancanza di rappresentatività

Al momento mi trovo nella scomoda posizione di vedere luci ed ombre in ambo gli schieramenti:
  • il risparmio promesso è effettivamente ridicolo e usare questa carta a favore del Sì mi pare una presa in giro bella e buona
  • in linea di principio non sono affatto contrario alla riduzione del numero dei parlamentari, ma non accetto un “taglio delle poltrone” che non sia ragionato, né affiancato da un riassetto e riequilibrio di tutto ciò che fa da contorno al numero di rappresentanti eletti
  • sinceramente non vedo seri pericoli di perdita di rappresentatività o di deriva autoritaria
  • in soldoni l’intera operazione mi puzza di mossa populista e demagogica e trovo indegno che gli stessi proponenti strumentalizzino in chiave politica un referendum costituzionale