lunedì 13 novembre 2023

Sulla questione israelo-palestinese

A distanza di più di anno torno nuovamente sul blog per commentare dei tristi fatti di cronaca internazionale. Inizialmente avevo seriamente pensato di astenermi dal commento pubblico, ma i fatti che stanno avvenendo sono di una gravità tale e mi toccano a tal punto da impormi di esprimere un parere in questo piccolo spazio personale che mi sono ritagliato nel corso degli anni. Per quest’occasione propongo a me stesso un ritorno alle origini in termini di sintesi, sia per scarsità di tempo personale sia per mancanza di competenze sull’argomento.

La mia opinione sulla questione israelo-palestinese è grossomodo la stessa di sempre da tempo e si può riassumere nei seguenti due punti:
  • è forse per antonomasia un esempio di situazione complessa (spiace usare una parola cara ad un mio omonimo - chi vuol capire capirà), che ha originali decennali per non dire secolari, in cui se anche in principio una delle due parti aveva più ragioni dell’altra, ormai entrambe hanno commesso svariati torti e trovo sia impossibile fare una distinzione manichea tra buoni vs cattivi;
  • il più forte tra i due contendenti (i.e. Israele) avrebbe dovuto definire ed intraprendere un percorso politico che avesse come scopo quello di porre fine a questa faccenda in maniera realmente pacifica, realizzando la cd soluzione dei due Stati (1, o variazioni sul tema), facendosi aiutare da enti sovranazionali (ONU, NATO, UE, etc.) che fungessero da garante.

Per quanto concerne i fatti del 7 ottobre scorso e quello che ne è seguito, penso invece che:
  • sia doverosa un’ovvia e ferma condanna nei confronti di Hamas per l’inaccettabile atto terroristico. Sono sinceramente scioccato dall’evento in sé e non capisco quale fosse la loro reale intenzione: attirare l’ira di Netanyahu per far crollare il supporto internazionale ad Israele? Destabilizzare ulteriormente una zona già compromessa al fine di distogliere l’attenzione da altre zone calde (e.g. Ucraina) sotto mandato altrui (Russia ed Iran in primis)? Sicuramente il bene del popolo palestinese non era lo scopo dell’attacco, come non lo è d’altronde mai stato nei piani di Hamas.
  • sia altrettanto doverosa una ferma condanna della reazione di Netanyahu. Il diritto di difesa di Israele non può realizzarsi in un massacro generalizzato del popolo palestinese! Anche in questo caso mi chiedo quale sia il suo piano per il futuro (sia a breve che a più lungo termine), ammesso che ne abbia uno.
  • sia banale il fatto che entrambe le posizioni precedenti possano coesistere e, alla luce di quanto affermato più in alto, sia sempre più convinto che l'unica soluzione possibile sia che Israele si convinca a farsi aiutare da qualcuno a risolvere per davvero la situazione. La Palestina non può più essere una prigione a cielo aperto ed il popolo arabo si merita uno stato indipendente di cui abbia piena sovranità. Allo stesso tempo ci devono essere garanzie a livello internazionale per cui Israele non può essere minacciato, né sul lungo (vedasi le promesse storiche di Iran e compagnia bella) né sul breve (vedasi le piogge quotidiane di razzi dai vari vicini) termine. L’ONU ormai non può più nulla, ma l’UE e la NATO avrebbero solo che da guadagnarci, anche solo a titolo di immagine, ad ottenere la pace in quella zona di mondo, anzi, sarebbe bello che l’Occidente prendesse l’iniziativa ed in maniera compatta si facesse seriamente promotore di questa soluzione.
  • sia veramente triste e stupido che alcuni Paesi europei abbiano vietato le manifestazioni pro-Palestina nascondendosi dietro la paura di antisemitismo e terrorismo.
In conclusione, sono certo che queste posizioni siano un facile modo per farsi additare come democristiano (nel senso dispregiativo del termine) ed illuso, benché sia il primo a ritenere che sia più facile a dirsi e meno a farsi, ma sfido chiunque a dimostrarmi valide alternative per risolvere la situazione in essere...


tl;dr

Cosa pensavo prima del 7 ottobre scorso?
  • dopo così tanti decenni, se anche in principio una delle due parti aveva più ragioni dell’altra, ormai entrambe hanno commesso svariati torti per cui trovo impossibile fare una distinzione manichea tra buoni vs cattivi;
  • da tempo Israele, in quanto il più forte tra i due contendenti, avrebbe dovuto definire ed intraprendere un percorso politico che avesse come scopo quello di porre fine a questa faccenda in maniera realmente pacifica, realizzando la cd soluzione dei due Stati (o variazioni sul tema), facendosi aiutare da enti sovranazionali in grado di fungere da garanti.

Cosa penso dopo i fatti del 7 ottobre scorso e quello che ne è seguito?
  • ferma condanna dell’inaccettabile atto terroristico di Hamas;
  • ferma condanna della violentissima reazione dell’Israele di Netanyahu;
  • enorme sconforto per il divieto delle manifestazioni pro-Palestina in alcuni Paesi europei;
  • convinzione che l’Occidente si debba dare una svegliata e farsi promotore in maniera compatta e decisa della cd soluzione dei due Stati (o variazioni sul tema), perché se è vero che nel nostro pezzo di mondo si vive meglio, si cresce di più, c’è più equità, etc. in virtù degli ideali liberal-democratici che ci contraddistinguono rispetto agli altri, non possiamo più girarci dall’altro lato di fronte a certe situazioni, specialmente quando ci vedono coinvolti in maniera storicamente diretta.