lunedì 17 giugno 2019

Perché vale la pena impegnarsi

Purtroppo so che mi devo rassegnare al fatto che, dopo decenni di malapolitica, le cui responsabilità piaccia o meno sono condivise tra tutti quelli che si sono succeduti nel tempo, in questo Paese per un politico è possibile dire pubblicamente tutto e il contrario di tutto, cose false e cose pericolose, senza che ci sia qualcuno (tranne rarissime eccezioni) che glielo faccia notare, interrompendolo e dandogli dell'incoerente e/o dell'incompetente...MA a tutto c'è un limite!

NON riesco più a tollerare questa continua incapacità, che più spesso coincide con una manifesta non volontà, per meri scopi di consenso elettorale, di affrontare i problemi reali di questo Paese!

Invece di concentrarsi su ciò che di serio c’è da fare, gli irresponsabili che ci governano e, ahimè, anche coloro che formalmente sono all'opposizione, rincorrono inutili feticci ed incolpano falsi capri espiatori, non ultimo il continuo richiamo ad una possibile uscita dall'Euro (1, 2, 3, 4, 5, 6, 7), senza capire che stanno scherzando col fuoco! 

Perché diversamente da come la viviamo da un po' di anni a questa parte, con questo clima da campagna elettorale perenne, in gioco NON ci sono le prossime elezioni comunali, regionali, politiche, europee o quello che volete, in gioco NON c'è il fatto che il "mio" schieramento debba vincere sul "tuo" o viceversa, in gioco c'è il nostro FUTURO e quelle delle prossime generazioni!

Se la maggior parte degli elettori non giungerà a questa conclusione e se contestualmente non avrà vita una valida alternativa politica, che porti avanti le vere soluzioni di cui ha bisogno questo Paese, allora non vedo molta speranza per il futuro!
Magari avverrà in maniera lenta, o magari no, non è così semplice dirlo, ma se non fermiamo il percorso di declino che da decenni stiamo attraversando, prima o poi un duro colpo arriverà!

Per questo ho deciso di impegnarmi il più possibile, qui in rete ma anche dal vivo, per cercare di riportare la discussione su alcuni temi ad un livello accettabile, cercando di sfatare alcuni miti e raccontando nella maniera più semplice che mi riesce (con tutti i limiti che posso avere, da non esperto, ma da semplice appassionato) la verità sulla reale situazione di questo Paese e quali sono le possibili soluzioni ai suoi problemi!

A proposito di impegno, vi suggerisco di seguire (live o in differita su YouTube) “Liberi, oltre le illusioni”, un evento che avrà luogo a Milano il 22-23 giugno e prevede la presenza di oltre 40 speaker provenienti dal mondo dell'università, dell'impresa e delle libere professioni, tutti accomunati da una radicale insofferenza nei confronti della disinformazione e da un impegno civile nella divulgazione e del chiarimento di temi tecnici al grande pubblico (8)

Avendo da un po’ di mesi a questa parte iniziato a seguire i promotori di tale iniziativa, tra cui spicca il noto economista Michele Boldrin (9, 10), ed avendone apprezzato le competenze e l’onestà intellettuale, ho deciso che parteciperò di persona all’evento!

Dal momento che in Italia abbiamo disperato bisogno di costruire una valida alternativa, da un lato rispetto ai cialtroni e seminatori d’odio che attualmente compongono l’esecutivo, dall’altro rispetto ai partiti tradizionali che hanno la colpa storica di averci portato in questa situazione, spero che “Liberi, oltre le illusioni” diventi un'occasione per riunire la parte di Paese che vuole un vero cambiamento e che da esso si materializzi, in primis un movimento di resistenza culturale collettiva, e successivamente un vero e proprio progetto politico strutturato!


tl;dr

Dopo decenni di malapolitica, le cui responsabilità piaccia o meno sono condivise tra tutti quelli che si sono succeduti nel tempo, l'Italia è stata consegnata in mano a cialtroni incompetenti da un lato e seminatori di odio dall'altro...

Dal momento che questi irresponsabili si stanno muovendo su sentieri pericolosi, e non esiste un'adeguata opposizione a contrastarli (anzi), abbiamo disperatamente bisogno di qualcuno che dica la verità e faccia qualcosa per invertire la tendenza!

Perché diversamente da come ci viene raccontato in questo clima da campagna elettorale perenne, in gioco NON ci sono le prossime elezioni (qualunque esse siano), in gioco NON c'è il fatto che lo schieramento preferito da qualcuno debba vincere sul quello di qualcun’altro, in gioco c'è il nostro FUTURO e quelle delle prossime generazioni!

Pur con tutti i limiti dovuti a tempo e (in)competenza, nel mio piccolo sto cercando di fare la mia parte, sul web e dal vivo, per raccontare nella maniera più semplice possibile come stanno le cose in questo Paese, con l’intento di rendere consapevole di ciò chi mi sta intorno...

Nell’improbabile eventualità ( 😅 ) in cui io sia riuscito a stuzzicare la vostra curiosità su questi temi, vi suggerisco di tenere d’occhio “Liberi, oltre le illusioni”, un evento che avrà luogo questo weekend a Milano, con la presenza di oltre 40 speaker, tutti accomunati da una forte insofferenza verso la disinformazione e da un impegno civile nella divulgazione su temi tecnici verso il grande pubblico, al quale ho deciso di partecipare come spettatore dal vivo!

La mia più grande speranza è che tale evento diventi un'occasione per riunire la parte di Paese che vuole un vero cambiamento e che da esso si materializzi un vero e proprio progetto politico strutturato, che si proponga come alternativa rispetto a chi finora ha fatto solo danni!

lunedì 10 giugno 2019

Da che parte sto?

Prima di dirvi da parte sto, cominciamo col definire una parametrizzazione dello spettro politico: l'approccio più rozzo, che però per mia esperienza direi che è quello maggiormente diffuso in Italia, è di usare un solo parametro, dividendo le persone in due macro-categorie, solitamente Destra e Sinistra...questo modello è però del tutto insufficiente a descrivere la complessità del reale spettro politico!

Con un unico asse infatti non si riescono a descrivere contemporaneamente entrambe le dimensioni economica (economia pianificata vs libero mercato) e sociale (autoritarismo vs libertarismo) che ogni persona sperimenta nel vivere la società civile: il controesempio tipico è dato dai regimi fascisti e comunisti del secolo scorso, dal punto di vista classico li poniamo agli opposti estremi di Destra e Sinistra, ma dal punto di vista sociale erano entrambi esempi di dittature autoritarie!

Urge quindi aggiungere almeno un parametro in più…e qui si apre un mondo, per i più curiosi invito a dare un occhio alla seguente pagina (1) in cui si trovano molte proposte in merito, tanto per fissare le idee vi propongo il seguente modello a due assi (23)


Source: https://www.politicalcompass.org/

In questo contesto è chiaro che parlare unicamente di Destra e Sinistra sembra aver perso significato, ed è proprio qui che voglio arrivare: pur riconoscendo l’assoluta importanza di distinguersi tra varie posizioni personali, e che solitamente chi si propone agli elettori dicendo di non essere "né di Destra né di Sinistra” è in realtà qualcosa di simile a un fascista, più passa il tempo e più mi convinco che dovremmo superare i tradizionali concetti con cui finora ci siamo descritti!

Spesso e volentieri infatti, più che rappresentare degli obiettivi da perseguire, i termini Destra e Sinistra assumono il ruolo di trincee all'interno delle quali ritirarsi, impedendo di fatto qualsiasi tipo di mediazione e generando immobilismo e confusione nella discussione politica…non mi si neghi infatti che frequentemente viene fatto il ragionamento “non approverò mai concetto X se non è inequivocabilmente dello schieramento Y”  e viceversa!

Se poi fosse così irrinunciabile ricorrere ad una parametrizzazione con un solo asse, preferirei mille volte usare categorie alternative, sia per nome che per contenuti, che mi sembrano più adatte ai nostri tempi, come Progressisti e Conservatori (4)

Ciò posto, posso rispondere alla domanda oggetto del titolo: da che parte sto?

In tutta onestà, fino a 4-5 anni fa (diciamo intorno ai 25 anni) non mi lamentavo troppo della prima descrizione, certo ne riconoscevo i limiti già citati, ma non me ne preoccupavo, tralasciando infatti il periodo liceale (a 16-18 anni si è tutti più calienti 😋 ) non mi sono mai definito un estremista, ed alla domanda “politicamente come sei schierato?” avrei risposto “uomo di Sinistra, Socialdemocratico”

Negli ultimi anni, complici anche i grossi cambiamenti che ha avuto la mia vita e l’età più matura, ho acquisito maggior interesse ad approfondire seriamente certe tematiche economico-politiche ed ho iniziato a mettere in discussione molte delle mie “convinzioni”…il risultato è che ormai trovo seria difficoltà nell’attribuirmi un’etichetta secondo il classico schema Destra vs Sinistra e piuttosto che ragionare in termini dei classici schieramenti, preferisco un altro tipo di approccio…

L'idea è che se debba valutare la bontà di una determinata scelta io cerchi di rispondere a domande tipo “è utile/inutile?”, “è valida/controproducente”, “è/non è equa?” e simili cercando di seguire un ragionamento a sfondo progressista e con alcuni punti fermi figli certamente della mia storia personale: un approccio scientifico ed il più possibile privo di pregiudizi, data la mia forte passione per i fatti concreti e le evidenze sperimentali, un po’ di sano europeismo, dovuto all’evidenza che da soli non potremo mai farcela e che l’endgame di tutto quanto dovrebbe essere prima o poi qualcosa di simile alla Federazione dei Pianeti Uniti (5), un pizzico di socialismo, perché è chiaro che non bisogna lasciare indietro chi è più debole, ed ovviamente un convinto antifascismo!

Quello che ne esce e ne uscirà fuori (non ho affatto la pretesa di non evolvere ulteriormente il mio pensiero) è una posizione che a tratti può sembrare liberista, a tratti socialista, meno statalista rispetto ad una volta, spesso globalista e meno frequentemente protezionista, sicuramente laica...insomma in poche parole (so che lo state aspettando) a volte di Destra e a volte di Sinistra 😉

Ci sono controindicazioni a pensarla come la vedo io? Una grande c’è: in questo Paese non mi sento rappresentato da nessuno...


PS1: a mio modesto avviso, in Italia siamo particolarmente legati ai concetti di Destra e Sinistra perché in media va forte l’idea di Stato onnipresente ed anche il più moderato elettore che si definisca di Centrodestra o Centrosinistra è in realtà molto statalista, chi si ritiene Liberal (6) è molto poco rappresentato...

PS2: l’ho accennato ma lo ribadisco…quanto scritto sopra non vuole essere una critica alle tradizionali prese di posizione ideologiche, nel senso di svuotarne l'importanza storica che hanno avuto, ma appunto, è un suggerimento ad aggiornarsi…il mondo è cambiato, e molto, sono sorte nuove tematiche/sfide e, a parer mio, anche il modo in cui pensiamo di affrontarle andrebbe cambiato!


tl;dr:

Per poter dire da che parte sto, devo innanzitutto premettere che da un po’ di tempo a questa parte le classiche etichette di Destra e Sinistra mi stanno un po’ strette e, volendo riassumere al massimo, ritengo vadano superate per almeno due motivi:
  • la parametrizzazione con un solo asse è del tutto insufficiente a descrivere la complessità del reale spettro politico, non riuscendo a tener conto contemporaneamente delle dimensioni economica (economia pianificata vs libero mercato) e sociale (autoritarismo vs libertarismo)
  • pur riconoscendo l’enorme importanza storica ed il contenuto ideologico che entrambi i termini possiedono, credo sia evidente che dovremmo evolvere il modo con cui pensiamo di affrontare il mondo e le nuove sfide che sono nate negli ultimi decenni

In questo contesto una classificazione più adatta ai nostri tempi, alternativa per termini e contenuti, è quella di Progressisti vs Conservatori!

Se perciò fino a 4-5 anni fa usavo etichettarmi come “uomo di Sinistra, Socialdemocratico”, oggi, dopo aver rivisto profondamente molte delle mie vecchie convinzioni, preferisco definirmi “Progressista” con alcuni punti fermi figli della mia storia personale, molto sinteticamente: seguo un approccio scientifico ed il più possibile privo di pregiudizi, conservo convintamente alcuni principi di stampo socialdemocratico, ma al contempo riconosco i limiti dell'eccessivo statalismo ed alcuni pregi del liberismo, sono antifascista ed auspico di vedere un giorno gli Stati Uniti d’Europa!

Qual è il problema di riconoscersi in una simile posizione in Italia? Al momento non mi sento rappresentato da nessuno...

lunedì 3 giugno 2019

Forze dell’ordine, manifestanti e violenza

Una decina di giorni fa nella mia città, Genova, è accaduto uno spiacevolissimo evento: in seguito alla notizia che si sarebbe tenuto in piazza un comizio di CasaPound, diverse associazioni e organizzazioni (Cgil, Anpi, Arci, Comunità di San Benedetto al Porto, Libera e Genova antifascista) sono scese in strada per manifestare il loro dissenso nei confronti del partito neofascista...durante alcuni scontri violenti avvenuti tra le forze dell’ordine e parte dei manifestanti, un giornalista locale di Repubblica, Stefano Origone, è stato brutalmente malmenato, riportando diverse ferite, tra cui un trauma cranico, la frattura di due dita e di una costola e contusioni varie (1, 2)...qui trovate una raccolta di video su quanto è successo quel pomeriggio (3, 4, 5, 6, 7, 8)

Detto ciò, vorrei fare qualche considerazione, alcune specifiche su questo evento, altre più generali:
  • CasaPound, piaccia o meno (e a me non piace), è un partito ufficialmente riconosciuto che concorre regolarmente alle elezioni europee e non, perciò ha il diritto di poter organizzare comizi pubblici senza che gli venga impedito di farlo con la violenza, sono d'accordo chi è andato a manifestare PACIFICAMENTE il proprio dissenso, perché io per primo ritengo che la costituzione di CasaPound si spinga decisamente oltre i limiti consentiti dalla legge, ma tant’è finché non viene definito fuorilegge non ci sono motivi per scendere in piazza con torce e forconi
  • quand’anche venisse dichiarato al di fuori della legge, dal momento che non c’è il reale pericolo che questi possano dar vita ad una nuova dittatura fascista in Italia (va tenuto a mente che parliamo di un partitello con un seguito ridicolo), NON ci sono i presupposti per tollerare che qualcuno li affronti con la violenza…chi oggigiorno va ad un corteo con un casco in testa e una mazza da baseball, urlando cori e lanciando oggetti alle forze dell’ordine, a me sembra che lo si possa definire in tutti i modi che volete, fuorché antifascista
  • e non mi si tiri in ballo la “disobbedienza civile” o simili importanti e sacrosante espressioni per giustificare chi manifesta con violenza contro CasaPound perché, ripeto, la Democrazia in Italia non è certamente in pericolo per colpa di pochi trogloditi nostalgici che fanno la voce grossa quando sono in condizione di farlo…NON stiamo vivendo una fottuta guerra civile e non credo che manifestare in modo violento sia un modo per rendere onore ai padri fondatori della Repubblica
  • vorrei infatti ricordare a tutti che in un sano ordinamento democratico, tolti i casi che rientrano nella legittima difesa, nessuno può arrogarsi il diritto di esercitare forza su qualcun altro, eccezion fatta per una classe di persone che, per garantire la sicurezza della collettività, sono legittimate dallo Stato all’uso della forza stessa, fermo restando che quest’ultima dev’essere limitata e circoscritta secondo i termini prescritti dalla legge, che chi fa parte delle forze dell’ordine sia adeguatamente formato ed addestrato, ma soprattutto che chi sbaglia paga, dall'ultimo dei sottoposti al primo dei comandanti
  • a questo proposito, posto che non vi era in corso qualsivoglia evento che richiedesse l’uso della forza in difesa dello Stato e/o della collettività (e.g. moto rivoluzionario atto a rovesciare le fondamenta della Repubblica democratica, attacco terroristico e/o legato alla criminalità, organizzata o meno che sia, etc), NON è anche solo minimamente accettabile che le forze dell’ordine abbiano fatto ricorso alla violenza, specialmente nei modi barbari e brutali registrato nei video che ho linkato più in alto
  • se infatti da un lato non concedo sconti a chi manifesta le proprie opinioni in modo violento, dall’altro denuncio fermamente che l’abuso della forza da parte delle autorità deputate alla sicurezza pubblica (e a Genova non è la prima volta che accade, 9) è fatto ancora più grave che va adeguatamente punito

In conclusione, al di là di qualsiasi opinione e considerazione, tocca constatare che episodi tristi come quelli avvenuti il 23 maggio scorso sono una sconfitta per l’intera collettività…


tl;dr:

Una decina di giorni fa a Genova è accaduto uno spiacevolissimo evento: durante lo svolgimento di un corteo di dissenso nei confronti di un comizio in piazza di CasaPound, nel mezzo di alcuni scontri violenti tra forze dell’ordine e parte dei manifestanti, un giornalista locale di Repubblica è stato brutalmente malmenato, riportando diverse ferite, tra cui un trauma cranico, la frattura di due dita e di una costola e contusioni varie…

A proposito di questo triste episodio avrei qualche commento:
  • piaccia o meno, CasaPound concorre regolarmente alle elezioni (europee e non) e, nonostante viva ai limiti (personalmente ritengo li superi) della giurisdizione, è legittimato a tenere comizi pubblici
  • concordo con chi manifesta pacificamente il proprio dissenso nei confronti di un partito dichiaratamente neofascista, ma finché non viene definito fuorilegge o non comporta una realistica minaccia per l’ordinamento democratico del nostro Paese, non è tollerabile che vi siano manifestazioni violente nei loro confronti
  • chi al giorno d’oggi scende in piazza con un casco in testa e una mazza da baseball, urlando cori e lanciando oggetti alle forze dell’ordine, a me sembra che lo si possa definire in tutti i modi che volete, fuorché antifascista
  • in un ambiente democratico, per garantire la sicurezza della collettività, solo una certa classe di persone dev’essere legittimata all’uso della forza, a patto che questa sia limitata secondo i termini prescritti dalla legge, che chi fa parte delle forze dell’ordine sia adeguatamente formato ed addestrato, ma soprattutto che chi sbaglia paga
  • ciò detto, posto che non vi era in corso qualsivoglia evento che richiedesse l’uso della forza in difesa dello Stato e/o della collettività, il comportamento delle forze dell’ordine di giovedì scorso è a dir poco inqualificabile
  • se infatti da un lato non concedo sconti a chi manifesta le proprie opinioni in modo violento, dall’altro denuncio fermamente che l’abuso della forza da parte delle autorità deputate alla sicurezza pubblica è fatto ancora più grave che va opportunamente punito

In poche parole, a prescindere da che lato lo si guardi, episodi come questo rappresentano una sconfitta per tutti…