lunedì 11 aprile 2022

Sull'invasione russa dell'Ucraina


Benché in passato abbia ritenuto opportuno evitare di esprimermi su determinati argomenti, in virtù della serietà e della competenza richieste per affrontare gli argomenti stessi, vista l'importanza storica che ha assunto fin da subito questa vicenda e dal momento che il dibattito pubblico è inquinato da posizioni e commenti a dir poco preoccupanti, dopo 6 settimane dall'invasione russa dell'Ucraina ho ceduto alla necessità di sfogarmi nel caro vecchio blog, il cui scopo è peraltro mutato più volte nel tempo (nel caso ve lo foste perso, 1).

Proprio mentre iniziavo a ragionare su come mettere giù le opinioni che ho maturato dal 24 febbraio scorso, mi sono imbattuto in un'intervista che mi ha scioccato per la quantità di opinioni ed argomentazioni con cui mi trovavo d'accordo, tanto da farmi pensare che valesse la pena condividere direttamente le parole originali.

Trovate le parole a cui mi riferisco nell'intervista al professore Vittorio Emanuele Parsi (2), che ha avuto luogo il 5 aprile sul canale Twitch di Ivan Grieco, disponibile su YouTube (3
):


Di seguito riporto un breve sommario degli argomenti trattati:
  • 1:26 commento sulla dipendenza europea dal gas russo
  • 4:24 commento sulla costruzione di una forza di interposizione e/o di un esercito europeo
  • 7:41 commento all'inaccettabile idea di neutralità dell'Ucraina secondo Putin (demilitarizzazione e riduzione a stato fantoccio tipo Bielorussia)
  • 11:00 non tutti loro che hanno fatto guerre di conquista sono uguali (confronto Cesare vs Napoleone vs Hitler) e commento al semplicistico "no alla guerra, viva la pace" 
  • 14:10 commento alle proposte di pace televisive varie ed eventuali
  • 18:00 dove vogliamo andare come democrazie occidentali? Difesa dei principi conquistati duramente dopo la Seconda guerra mondiale 
  • 20:39 commento a chi afferma che gli ucraini dovrebbero arrendersi perché "tanto con la Russia è persa in partenza"
  • 23:15 commento sul numero di vittime russe e statunitensi in diverse guerre
  • 27:22 post-verità putiniana e commento su chi confronta Putin e Zelensky
  • 33:49 dobbiamo agire perché l'esternalità negativa della Russia di Putin ci coinvolge direttamente, non è compito degli occidentali interferire con la politica interna russa, un esempio di errore storico commesso dall'Occidente è l'intervento USA in Afghanistan
  • 36:22 quale ruolo può ricoprire la Cina nel conflitto russo-ucraino?
  • 39:28 esiste un via d'uscita per Putin?
  • 44:03 cambierà qualcosa all'interno della Russia dopo questo conflitto?
  • 45:15 come andrà a finire questo conflitto: componenti materiali vs componenti motivazionali
  • 47:02 per arrivare rapidamente ad una via d'uscita bisogna sostenere la resistenza ucraina, affinché i russi cessino le ostilità e si siedano per davvero al tavolo diplomatico 
  • 49:16 Francesco Saverio Borrelli "resistere, resistere, resistere"
  • 51:11 Papa Giovanni Paolo II "non c'è pace senza giustizia"
  • 53:51 violazione trattati ONU e conseguenze politiche, esempio storico statunitense con la guerra in Iraq
  • 55:33 what next: due visioni opposte su come comportarsi a livello geopolitico 
  • 57:11 alla luce di quello che è successo nel recente passato (crisi finanziarie, Covid, invasione Ucraina) gli occidentali devono imparare a collaborare per combattere le grandi sfide che ancora hanno di fronte: crisi climatica ed ascesa degli autoritarismi in primis
  • 59:14 commento sullo scontro verbale avvenuto tra Parsi ed Orsini (4)
  • 1:01:19 esperienza passata di Parsi in Russia e commento sulle differenze tra patriottismo e nazionalismo

Dei passaggi sopra elencati, mi sento in dovere di riportare parola per parola il seguente, con l'intento di dargli più visibilità possibile:

Io penso che […] il modo per arrivare rapidamente ad una conclusione è sostenere la resistenza ucraina, in maniera che i russi, che sono quelli che stanno picchiando, si stanchino e capiscano che non porta a niente questo. Bisogna cercare una via di una soluzione diplomatica […] che probabilmente comporterà non una pace, ma una tregua in cui i russi cercheranno di tenere tutto quello che hanno occupato. […] Penso che questo sarà il punto possibile di arrivo di una tregua, altre non ne vedo. Ma attenzione, se noi dicessimo “ma allora facciamolo subito, no?” […] Se non ci fosse stata questa guerra, l’Ucraina sarebbe stata portata sotto il trono di Putin, tutta, Zelensky sarebbe stato eliminato. […] Se ci fossero state queste quantità di russofoni, fedeli a Putin, leali che aspettavano solo i russi, avremmo avuto immagini della propaganda russa con gente che butta fiori, dà il pane. Non ce n’è una! Questi producono immagini fake su qualunque cosa, se non producono neanche un ucraino che dice "bravi grazie, viva i liberatori!” vuol dire che proprio […] non c’è nessuno. […] Quindi penso che la via d’uscita sia quella lì, si arriverà a quello. Ma come ci arrivi fa la differenza per quello che succederà dopo. Ecco perché […] è importante resistere, resistere, resistere. […] Oltretutto la libertà è la loro, è la loro vita, è il loro popolo, è il loro paese, è il loro futuro, ma chi diavolo siamo noi per dire "adesso basta!”. È una cosa che non si può ascoltare, è una bestemmia etica. Chi si difende fa una guerra giusta. La carta delle Nazioni Unite prevede il diritto che ha un popolo di difendersi da un’aggressione e il diritto degli altri paesi di soccorrere l’aggredito. La carta delle Nazioni Unite è la cosa migliore che abbiamo prodotto. […] Questa è una cosa che è stata prodotta negli ultimi 70-80 anni. La carta delle Nazioni Unite è un testo giuridico che segna un avanzamento etico, non è un testo, non è una dichiarazione morale che poi può produrre conseguenze pratiche di un tipo o di un altro, è un’altra cosa. La legittima difesa in caso di aggressione è un principio sacrosanto ed un elemento di civiltà giuridica, politica, etica e non può essere messo in discussione da nessuno [o da] chiunque pensi di rappresentarmi.

Un secondo intervento che condivido praticamente in toto è l’editoriale di Ezio Mauro pubblicato sull’edizione odierna de La Repubblica (5), di cui voglio evidenziare i seguenti spezzoni:

Cos’è dunque successo in questi anni, per impedirci di distinguere l’aggredito dall’aggressore? Raramente una guerra si è incaricata di un compito pedagogico palese come il conflitto tra Russia e Ucraina. […] È un tale rovesciamento del codice di civiltà e delle regole della convivenza civile su cui si regge l’equilibrio mondiale, che dovrebbe bastare per un giudizio chiaro e netto, senza reticenze e senza ambiguità. In più, il fatto che questa prova di forza accada nel mezzo dell’Europa risveglia vecchi fantasmi. […] Come possiamo evitare il riconoscimento della responsabilità e dunque il dovere di distinguere, giudicare e prendere parte? Si capisce il valore etico di una pregiudiziale assoluta contro la guerra e la tentazione di restare in ogni modo fuori dal conflitto: ma qual è oggi, mentre l’aggressione al popolo ucraino è in corso, il valore politico di questa posizione? […] Il no alla guerra col rifiuto di schierarsi è un no all’azione, un rifiuto di capire: rischia di nobilitare il nostro impegno sul piano dei principi, di neutralizzarlo sul piano pratico. Siamo contro la guerra, contro tutte le guerre: ma cosa stiamo facendo, intanto? […] Possiamo fare in modo che i nostri principi non ci rassicurino, ma ci impongano di aiutare gli aggrediti? La destra è impigliata in un groviglio di rapporti politici, ideologici, personali con il Cremlino, e probabilmente qualcosa di più. […] Ma a sinistra? […] Come si fa a non vedere che tutte le categorie chiamate in causa dall’invasione e dall’aggressione russa sono necessariamente costitutive di qualsiasi nuova sinistra voglia nascere oggi in Europa? La sacralità della vita umana, il diritto, l’autonomia, l’autodeterminazione, il rispetto delle regole, il riconoscimento del codice di regolazione dei conflitti. E poi: il rifiuto della sopraffazione, della legge della forza al posto della forza della legge, della violenza, del sopruso e dell’imperialismo. Ancora e soprattutto: la difesa dei più deboli e la solidarietà con le vittime. Due parole tengono insieme tutti questi concetti: la democrazia e la libertà, e una parte del mondo — l’Occidente — le ha tradotte in istituzioni e costituzioni. Il rifiuto della guerra ha senso se arriva fin qui, fino in fondo: questa barbarie va fermata in nome della democrazia e della libertà, aggredite a Kiev e Mariupol, proprio perché siamo occidentali e questi valori sono la nostra identità. Invece assistiamo a un uso reticente dell’evidenza, con una procedura ipocrita: si liquida la condanna dell’invasore in una riga, per poi rovesciare dubbi, riserve e critiche sul Paese invaso e sull’Occidente che lo sostiene, usando la libertà che la democrazia ci garantisce solo per dileggiarla a senso unico, come se fosse la sede degli inganni, peggio della dittatura che ha deciso la guerra. Politicamente è una menzogna. Eticamente, ancor peggio: un’inversione morale.

Ovviamente ciò che penso sull'invasione russa dell'Ucraina non si esaurisce in un banale copy-paste di parole altrui e molti altri argomenti andrebbero infatti toccati, tra cui:
  • le vergognose parole di Orsini (6, 7) e Di Cesare (8), tanto per fare due nomi diventati famosi ultimamente grazie ai talk-show di “qualità” che ci propone la TV nostrana;
  • i commenti di persone che ho sempre rispettato ma di cui sto, poco alla volta, perdendo stima 
    • Augias e Barbero (9), in questo video vengono fatte affermazioni veramente curiose sui confini dell'Ucraina nonché un paragone assai azzardato con la crisi missilistica di Cuba, infatti i) all’epoca la minaccia di ritrovarsi testate atomiche nemiche sotto il naso era realistica mentre in febbraio 2022 l’Ucraina NON possedeva testate atomiche puntate verso Putin e NON era affatto in procinto di entrare nella NATO e ii) in ogni caso non mi risulta che all’epoca gli USA abbiano invaso Cuba, diversamente da quanto fatto da Putin con l’Ucraina;
    • Rovelli (10), da questo articolo traggo solo benaltrismo di basso livello e paragoni che non reggono, nonché una totale incapacità di riconoscere gli infiniti sforzi diplomatici fatti dalle (concedetemi il sarcasmo di usare le sue parole) “buone democrazie occidentali” nei confronti di Putin sia prima dell’invasione (Macron è stato preso in giro da Putin praticamente fino all’ultimo, 11) che durante l'invasione stessa (basterebbe che Rovelli si leggesse qualche sito di news per scoprire che Putin ha ricevuto svariate telefonate da Macron, Scholz e Draghi nel tentativo di mediare tra Russia ed Ucraina). In quest'altro video (12), nel tentativo di fare un parallelismo con la crisi missilistica di Cuba (perché ci cascano tutti, pure Odifreddi!? 13), Rovelli racconta balle sesquipedali tra cui “Forse mettere bombe atomiche in Ucraina puntate su Mosca, forse non era una buona idea”, vi lascio un commento più esteso qui (14) ;
    • Santoro, a ‘sto giro linko direttamente un fact-checking (15);
  • la sconcertante posizione dell'ANPI che allo stesso tempo mi rattrista e mi fa imbestialire (16);
  • il sempreverde e piuttosto deludente “e allora la NATO?” (17, 18).

Potrei andare avanti ancora e ancora e ancora, ma preferisco finirla qui, lasciandovi con un invito ad approfondire ulteriormente il tema tramite l'eccezionale dialogo (19) tra Boldrin (che su questo blog non dovrebbe più aver bisogno di presentazioni, 20) e lo stesso Parsi che trovate di seguito:

 
Pur sperando che questo orrore finisca il prima possibile, concludo il post con un elenco di canali informativi che mi sento di consigliare per seguire e/o approfondire gli eventi in corso del conflitto russo-ucraino:
  • Morning, rassegna stampa giornaliera de Il Post a pagamento (21);
  • Politics, podcast settimanale gratuito con Francesco Costa e Chiara Albanese (22);
  • Liberi Oltre le Illusioni, canale YouTube che tratta economia, politica, etc. che in questo periodo propone una rassegna stampa giornaliera e svariati video di approfondimento (23).