lunedì 28 gennaio 2019

Tutta colpa dell'austerity?

Premessa: avrei voluto parlare di ciò più avanti nel tempo, ma le recenti parole dell’avvocato degli italiani (1) mi hanno turbato troppo e non posso starmene zitto…

Partiamo da due concetti chiave:
  • è vero che uno Stato può permettersi di avere sulle spalle un grosso debito senza preoccuparsi di estinguerlo mai, MA deve essere in grado di gestirlo e sostenerlo, cioè di non morire soffocato dagli interessi passivi
  • si chiama saldo (avanzo se positivo, disavanzo se negativo) primario la differenza tra le entrate e le spese dello Stato, al netto delle spese per interessi sul debito, il grafico allegato al post riporta proprio saldo primario ed interessi sul debito in %PIL degli ultimi 60 anni

Dal momento che gli ultimi 25 anni del grafico (su quelli prima c’è da piangere, ma già lo sapevamo, 2) affermano che il saldo primario è stato sempre (crisi a parte) positivo, i sovranisti vanno in giro dicendo “belin hai visto che austerity, ogni anno le entrate superano le uscite” e si lamentano che “l’Europa ci fa stringere la cinghia e ci impedisce di spendere soldi per mettere in moto l’economia”

Queste affermazioni portano in dote almeno due problemi:
  • costoro si dimenticano sempre degli interessi passivi sul debito, che superano abbondantemente il saldo primario, mangiandoselo tutto e condannandoci ad un deficit perenne…per far un paragone, immaginatevi di avere un bilancio mensile positivo costante di 100€ ed improvvisamente vi sobbarchiate un mutuo con rata mensile da 200€, ecco voi potete ripetere all’infinito a voi stessi ed agli altri che in assenza del mutuo siate in clima di austerità perché risparmiate dei soldi, ma alla fine dei conti il mutuo lo avete e siete in negativo
  • non sono tra quelli che vede negativamente l’idea di fare deficit in assoluto, perché se fatto con cognizione di causa (deficit 3-3.5%PIL che genera crescita del PIL del 4-4.5% o in caso di gravi crisi quando la disoccupazione esplode) ha un senso, ma rifiuto categoricamente l’idea che la “disciplina di bilancio ha frenato la crescita del PIL” perché è una falsità, ciò che non fa crescere l’Italia è contenuto nella lunga lista di difetti che abbiamo già discusso altrove (3) e affermazioni, vendute come ricette miracolose, tipo “basta mettere più soldi nelle tasche degli italiani per far ripartire la crescita” sono idiozie prive di evidenze sperimentali, buone solo come mancette elettorali

L’enorme debito che abbiamo accumulato nei decenni passati rappresenta una zavorra non da poco (tanto per dire, gli interessi sul debito ci costano quanto l'istruzione, 4), la vogliamo smettere di scavarci la fossa da soli mettendo in pratica ulteriori politiche dissennate?

A margine di ciò, vorrei far notare come sia i conti pubblici italiani (saldo primario che diventa positivo) che il debito (diminuzione dei tassi di interesse e diminuzione di rapporto debito/PIL) abbiano subito influenza positiva dal trattato di Maastricht (’92) e dall’adozione dell’Euro (’99-‘02)


tl;dr:

Qualsiasi Stato può permettersi di avere sulle spalle un grosso debito senza preoccuparsi di estinguerlo mai, MA deve essere in grado di gestirlo e sostenerlo, cioè di non morire soffocato dagli interessi passivi...

Si chiama saldo (avanzo se positivo, disavanzo se negativo) primario la differenza tra le entrate e le spese dello Stato, al netto delle spese per interessi sul debito...

Guardate il grafico di saldo primario ed interessi sul debito in %PIL e chiedetevi “ma i sovranisti che vanno in giro a dire che siamo austeri perché, formalmente, da 25 anni si hanno più ingressi (da tasse) che uscite (da spese) facendo finta di dimenticare che siamo in deficit perenne perché paghiamo gli interessi sul nostro (esorbitante) debito, sono solo scemi o lo fanno in malafede?”

Inoltre, vogliamo toglierci dalla testa questa demenziale idea che postula come unico motore della crescita la spesa pubblica fatta a deficit e non le riforme strutturali? Decenni di spese folli (vedere il grafico prima del ‘92) ci hanno consegnato un Paese in perenne stagnazione con in dote un enorme debito pubblico…

Dal ’92 fino alla grande crisi del ’07-’08 i conti ed il debito pubblico, grazie all’influenza europea, erano migliorati, ma come già detto altrove (5) abbiamo gettato via un’occasione d’oro sprecando anni e anni di stabilità…

In conclusione, il problema non è essere molto indebitati, il problema è essere molto indebitati per futili motivi…



lunedì 21 gennaio 2019

Come invertire il trend?

Premessa: oggi sforo abbondantemente i limiti di lunghezza che mi ero imposto…pazienza, come al solito in fondo c'è la versione breve 😅

Un possibile percorso per aggredire i problemi elencati la scorsa settimana dovrebbe prevedere grossomodo quanto segue:
  • efficientare seriamente la spesa pubblica, smettere di fare debito per manovre inutili e (sinceramente non credo esistano alternative, perché è chiaro che le politiche decennali di "tassa e trasferisci" siano un fallimento) una vera proposta di federalismo fiscale (senza tutte le stronzate secessioniste e razziste dei leghisti) per spingere ulteriormente l’efficienza del settore pubblico
  • abbassare la pressione fiscale e ridurre drasticamente la burocrazia
  • aumentare la produttività del settore privato mettendo fine al costoso meccanismo di sussidi che tiene artificialmente in vita un numero enorme di micro e piccole imprese altamente improduttive – su questo punto farò un post monotematico
  • riformare e finanziare adeguatamente l’istruzione, se non vogliamo veramente soccombere dobbiamo aggiornarci e stare al passo con gli altri
  • rendere il sistema previdenziale sostenibile su lungo termine, il rapporto pensioni/PIL è al 16% e secondo le attuali previsioni dal 2045 avremo un lavoratore per pensionato (1)
  • riformare per davvero il sistema bancario, perché (e mi sembra sia sotto gli occhi di tutti) ci sono ancora troppi problemi in quel settore

Avremmo dovuto fare tutto ciò al più tardi nei primi anni 2000, quando potevamo contare sul periodo di stabilità e di bassi interessi sul debito che ci aveva garantito l’ingresso nell'Euro, peccato che in quel periodo ci fossero da un lato Berlusconi ed i suoi tentativi di non finire in galera e dall'altro tutti gli altri che erano ossessionati da B. stesso invece che dai problemi veri...

L’assenza di riforme strutturali ci ha esposto, in maniera grave e più di altri, a qualsiasi shock esterno e, nonostante questi ultimi (crisi finanziaria del ’07-‘08 e del debito sovrano nel ’11) abbiano lasciato il segno (siamo in stagnazione perenne ormai), in Italia il dibattito pubblico continua ad essere monopolizzato dai soliti noti:
  • “i migranti ci rubano il lavoro”
  • “l’Europa cattiva non ci fa crescere”
  • “basta mettere più soldi nelle tasche degli italiani per far ripartire la domanda” (2)

Anche su quest’ultimo tormentone continuo per cui per tornare a crescere basta fare spesa pubblica (rigorosamente a debito eh, così ci paghiamo sopra gli interessi – ma questo non viene mai ricordato agli elettori) per semplici trasferimenti, e non investimenti, tornerò sopra in un post a parte...

Qualche nota conclusiva:
  • tutto questo non si può fare dall'oggi al domani, alla faccia di chi ci sta abituando al "a qualunque problema, anche complicato, c'è sempre una soluzione semplice e (magari anche) forte, chi è venuto prima era incapace, noi lo sappiamo fare" (riferimenti all'attuale esecutivo NON sono puramente casuali)
  • la strada per invertire il trend ha un costo (ad ampio spettro, soprattutto sociale) non indifferente, questo deve essere chiaro a tutti
  • il percorso sopra descritto è peraltro reso più arduo dal momento che in Italia la criminalità organizzata è più che un fenomeno sgradevole col quale anche gli altri Paesi hanno a che fare in qualche misura, ma è qualcosa di strutturale e culturalmente radicato…ciò posto, non si può usare la “mafia” come scusa per l’immobilismo, altrimenti facciamo prima a chiudere bottega, ma anzi, bisogna che una strenua lotta alla stessa (si accettano proposte in merito!) sia posto come obiettivo principale di qualunque percorso di vero cambiamento


tl;dr:

Un percorso per invertire il trend credo debba comprendere:
  • efficientare seriamente il sistema pubblico e smettere di finanziare manovre inutili creando ulteriore debito
  • abbassare la pressione fiscale e ridurre drasticamente la burocrazia
  • far crescere la produttività del settore privato
  • riformare e finanziare adeguatamente l’istruzione
  • rendere il sistema previdenziale sostenibile su lungo termine
  • riformare per davvero il sistema bancario

Tempo per fare questo ne abbiamo avuto, chi tra i Paesi europei ha fatto a suo tempo le riforme, ora ne sta cogliendo i frutti...è inutile cercare cause esterne se noi per primi non riconosciamo i nostri errori, né ci mettiamo in testa di cambiare noi stessi…decenni di errori non si lavano con un colpo di spugna e non si risolvono con trucchetti magici…

La lotta alla criminalità organizzata lo ritengo un punto implicito, nessun cambiamento serio può prescindere da questa battaglia!

lunedì 14 gennaio 2019

Cosa non va in questo Paese


La settimana scorsa (1) ho affermato che da decenni si manda avanti la baracca senza preoccuparsi del futuro del Paese e dei vari problemi che esso si trascina con sé…e dire che ce ne sono così tanti che si fatica a capire da dove partire!

Prendendo ampiamente spunto dalla vasta letteratura che tratta tale argomento (2), oggi voglio spendere due parole proprio su ciò che nell'economia italiana non funziona…

A causa del loro carattere strutturale e delle reciproche interazioni, è difficile dare un ordine di importanza ai malesseri di cui soffre il nostro Paese...ma tant’è, eccovi la mia lista:
  • evasione fiscale, con un volume annuo che supera i 100G€/y, è un fenomeno culturalmente così tanto radicato, che mi sento obbligato a citarlo per primo 
  • divario tra Nord e Sud, avere un Paese che viaggia a 2 (ed è già una semplificazione brutale) velocità è probabilmente la “grande questione” da risolvere con urgenza 
  • eccesso di burocrazia e lentezza della giustizia, prime cause della scarsa attrattività nei confronti dei capitali esteri 
  • corruzione e criminalità organizzata, che prosperano alla grande a causa del punto precedente 
  • crollo demografico, problema sottovalutatissimo e di cui si parla veramente poco, che potrebbe essere in parte arginato col fenomeno dell’immigrazione (che è tutto fuorché un problema fondamentale per l’economia italiana) 
  • incapacità di convivere con l’Euro, negli ultimi 20 anni, invece di beneficiare degli effetti positivi che la moneta unica ci ha concesso, abbiamo sprecato tempo prezioso dando colpa all’Europa invece di provare ad affrontare i punti precedenti

L’azione combinata dei punti sopraindicati si riflette in una scarsa competitività sul mercato globale e nel conseguente declino che il nostro Paese sta vivendo...prossimamente cercherò di dire qualcosa di più quantitativo sul tema!

PS: questo non vuole essere un post alla "l'Italia fa schifo, altrove è il paradiso", la maggior parte dei malesseri prima nominati è presente anche in altre moderne democrazie (Unione Europea, USA, Giappone,...), ma non possiamo disconoscere alcune particolarità nostrane:
  • siamo sempre in cima alla classifica* 
  • il trend di miglioramento è più scarso rispetto agli altri

*in ambito europeo talvolta ci batte la Grecia, meno male che ci sono loro va' 😅


tl;dr:

In estrema sintesi
  • evasione fiscale
  • divario tra Nord e Sud
  • eccesso di burocrazia e lentezza della giustizia
  • corruzione e criminalità organizzata
  • crollo demografico
  • difficoltà a convivere con l’Euro
I malesseri che ci portiamo dietro, a causa del carattere strutturale e dei loro intrecci reciproci, alimentano un circolo vizioso che dura da svariati decenni ed a cui nessuna classe politica ha saputo dare (nemmeno provare per verità) una risposta...anzi quando possibile si cerca di trovare altri capri espiatori (Europa, immigrazione,…)

Come siamo arrivati a ciò? Come ne usciamo?
Gran belle domande, me le tengo per puntate future...

lunedì 7 gennaio 2019

Shortermismo


Durante le feste mi è capitata sottomano la vignetta allegata a questo post con annessa didascalia “Manovra del Popolo spiegata bene”...dopo un primo momento di spontanea ilarità si è però palesato un pensiero che non posso esimermi dal condividere...

Lungi da me difendere l'operato di questo sciagurato Governo, ma per onor di verità ed onestà intellettuale bisogna ammettere che questa vignetta rappresenta, per la felicità dei Millenials e delle generazioni successive, il modus operandi di tutti (con rare eccezioni) i Governi che si sono succeduti dagli anni '80 in poi: politica a breve termine condita da mancette elettorali e microinterventi, assenza di riforme strutturali e completa incuranza delle conseguenze future...

E prima che mi si accusi di generalizzare, voglio chiarire che non sto assolutamente dicendo "sono tutti uguali, ladri, kasta, etc", ci sono importanti(ssimi) distinguo da fare tra i vari personaggi che si sono succeduti, ma in comune hanno avuto tutti (again, con rare eccezioni) l'incapacità di guardare avanti, di costruire un futuro a questo Paese senza scaricare debiti e grane alle generazioni successive...

Per darvi un termine di paragone, a parer mio durante la scorsa legislatura non sono stati fatti grandi passi in positivo, né sono stati fatti grandi danni...ma certamente si è perso del tempo prezioso in un periodo in cui avremmo dovuto invece approfittare della congiuntura espansiva di mercati e politica monetaria comunitaria (entrambi fattori che stanno per svanire)
E il Governo del cambiamento, vero oggetto della vignetta da cui è partito tutto, come si colloca in questo quadro?

Qualitativamente si comporta esattamente come tutti quelli che lo hanno preceduto e quantitativamente riesce a fare anche peggio, tanto per intenderci appena un anno fa in campagna elettorale il M5S parlava di spending review da 30G€, ma a conti fatti la loro Manovra alza la spesa pubblica di 50G€ in tre anni (
1, 2) senza nemmeno implementare misure espansive...si salvi chi può insomma 😔


tl;dr:

Da decenni, ormai, si manda avanti la baracca (chi più, chi meno, con rare eccezioni) a botte di mancette elettorali, riformette e aumento dello stock di debito, senza preoccuparsi del futuro del Paese...


M5S e Lega non sono affatto diversi da chi li ha preceduti, anzi se possibile sono pure peggio, invece di invertire il trend facendo un passo indietro, alzano il ritmo e corrono verso il baratro...ma forse è proprio questo il cambiamento promesso...