lunedì 25 febbraio 2019

Volontà popolare

La scorsa settimana (1) commentavo l’ascesa dei cosiddetti movimenti anti-establishment in Italia (e più in generale in Europa) constatando la loro natura populista, oramai per lo più asservita ad ideologie sovraniste e conservatrici…

Posto che loro per primi ci tengono ad identificarsi con tale termine, se dovessi dargli una definizione, identificherei il populismo come un debole attributo che, come un liquido, si sposta da un lato all'altro dello scacchiere politico, finendo per abbracciare ideologie (più) forti, siano esse di “destra” o di “sinistra”…

Detto altrimenti, in netto contrasto con la democrazia, che dovrebbe essere vista NON come governo della maggioranza ma come rispetto per le minoranze, il populismo è una dottrina “del” popolo, non “per” il popolo…ed è proprio intorno a quest’ultima parola che voglio concentrare i miei sforzi oggi…

Il consenso costruito sulla contrapposizione “popolo vs élite”, l’uso continuo dell’espressione “volontà popolare”, i continui richiami al “popolo sovrano” hanno tutti come fondamento comune questo nebuloso concetto di “popolo”…ma, se ci pensate bene, qual è la definizione di popolo? Dove comincia e dove finisce questa strana entità che, alla bisogna, consente di includere od escludere (l’uso di espressioni come “traditore del popolo” non si contano più ormai) parti della società civile?

La risposta, a mio modesto avviso, è che oggigiorno NON esista affatto un unico popolo omogeneo, al più esistono gruppi di interesse che talvolta, a seconda delle esigenze contingenti, hanno degli scopi che si intersecano…e, anzi, più in generale ritengo che l’idea per cui ci si possa sempre riconoscere come un solo popolo* che ha delle esigenze ben chiare e definite sia una colossale stronzata!

Ed è proprio alla luce di ciò, sempre a mio modesto parere, che tutta la retorica su cui si fonda la politica di chi ci sta attualmente governando, a partire dalle stupide polemiche sul voto popolare al Festival di Sanremo fino ai ben più gravi attacchi ad organi indipendenti, come la Banca di Italia, al grido “perché lo abbiamo promesso agli italiani”, crolla come un castello di carte!

Tra l’altro trovo molto triste come, raggruppando diverse teste in un’accozzaglia indistinta con conseguente annullamento del singolo individuo, si faccia proprio il gioco del politico sovranista, il quale in nome di “più democrazia diretta” prende in giro il loro convinto sostenitore, che non si accorge che “uno vale uno” significa semplicemente che gli elettori sono tra loro interscambiabili, “perso uno ne trovo un altro”…

Qualcuno potrebbe accusarmi di aver scritto delle banalità, in quanto la storia europea del Novecento dovrebbe averci abbondantemente insegnato a non cascare nella retorica dei populisti…eppure osservando quanto accade in casa nostra, e non solo**, mi sembra che ci sia ancora bisogno di far notare certe cose…

* a parte il 9 luglio 2006, effettivamente in quell’occasione si era finalmente compiuta l’unità di Italia…altro che austerity, sovranismo e minchiate varie…bastava una testata di Zidane…

** un clamoroso esempio ce lo regala quasi quotidianamente Theresa May quando afferma (2) che sta “portando avanti le istruzioni del popolo britannico” dopo che nel 2016 “il Paese ha deciso di lasciare l’UE”…ora, non è per qualcosa, ma ci vuole molto coraggio, per non dire malafede, ad affermare che un referendum il cui esito è stato 52% vs 48%, quindi una quasi perfetta spaccatura, peraltro ancora oggi molto netta sia in termini di distribuzione geografica, di livello d’istruzione ed età (3, 4), sia una chiara espressione della volontà popolare!


tl;dr:

Il populismo non è una vera e propria ideologia, piuttosto è un (debole) attributo che, come un liquido, si sposta da un lato all’altro degli schieramenti politici, finendo per abbracciare ideologie più forti…

Nello specifico, in Italia al momento i populisti abbracciano forze sovraniste e conservatrici…

Alla base della retorica di costoro vi è l’idea che esista un’entità, chiamata “popolo”, in nome della quale possono rivendicare tutte le loro battaglie, siano esse ridicole (vedi Sanremo) o pericolose (vedi attacchi ad organi indipendenti, tipo Bankitalia)…

La mia (ovvia) critica è che NON sempre esista un unico popolo omogeneo con cui tutti ci possiamo identificare e quindi bisognerebbe diffidare da chi cerca facile consenso nutrendosi di una presunta “volontà popolare”!

lunedì 18 febbraio 2019

Lasciamoli lavorare

Premessa1: oggi la faccio lunghissima sorry...come al solito in fondo c’è il riassunto! 😛

Premessa2: tipicamente gli “auguri di lunga vita” portano così tanta sfiga che fungono da “bacio della morte”, per cui mi aspetto che il Governo cada domattina…😅

Come detto tempo fa (1) il declino intrapreso dal nostro Paese ha radici profonde e nonostante le soluzioni esistano (2) quasi nessuno ha mai provato ad implementarle...


Per quanto mi riguarda, la responsabilità dell’incapacità di invertire la rotta va attribuita ad un mix composto da:
  • malapolitica decennale (3) che ha sempre avuto come principio primo uno scellerato shortermismo per cui in Italia ogni Governo lavora a vista, con termini temporali ridicoli, senza un piano serio per il futuro e spesso puntando il dito contro i nemici sbagliati (chi per incapacità, chi per dolo, chi per entrambe), evitando di agire seriamente dove serva
  • scelte di buona parte dell’elettorato che, pur consapevole dei problemi e delle soluzioni di cui sopra, ha preferito (chi per incapacità di voler cambiare se stessi, chi per ignoranza, chi per entrambe) scaricare barile alle generazioni successive

Questo malsano meccanismo, che si autoalimenta in una spirale discendente, è principalmente figlio di un immobilismo culturale riassumibile in:
  • incapacità/rifiuto di riconoscere i propri errori, nonché i cambiamenti esterni, ed adattarsi di conseguenza
  • dire che è tutta colpa degli altri se l’Italia non cresce coerentemente con le sue potenzialità

Qual è il risultato di tutto ciò? Siamo un Paese che un po’ per volta cade a pezzi*, in cui mediamente la gente è frustrata, non vede grandi prospettive verso il futuro ed è incazzata...

La Politica tradizionale non è stata in grado di dare una risposta, anzi è stata (soprattutto in passato) essa stessa parte del problema, perciò è normale e comprensibile (l’ho fatto anch’io, 4) richiedere un taglio col passato ed un rinnovamento della classe politica...
In questo contesto quindi, non stupisce il grande successo** dei partiti “rottamatori” la cui strada è stata spianata proprio dalla vecchia classe politica...

Peccato che questi presunti innovatori ed anti-establishment siano per lo più una massa di incompetenti arroganti, privi di alcun senso di autocritica o coerenza, in grado di portare avanti solamente idee sovraniste e conservatrici, massima espressione della Politica del passato!

D’altro canto, l’ampio consenso di cui godono (al netto dell’enorme astensionismo che si registra sia nei sondaggi che nelle prove elettorali) indica che in questo momento l’italiano medio, proprio in virtù del fenomeno culturale sopra descritto, se ne sbatta delle palesi incongruenze sopra menzionate e voglia la “soluzione facile e forte”!

Di conseguenza, una possibile via per togliersi di dosso questi populismi è...lasciarli lavorare!***

Voi mi direte “ma sei pazzo?! Proprio tu che ogni settimana predichi l’incapacità di costoro e ci ricordi che non abbiamo più tempo da perdere**** te ne esci con queste affermazioni?”

Attenzione, non sto dicendo che bisogna assecondarli...rimane d’obbligo un continuo lavoro all’opposizione, in modo da arginare il più possibile le loro folli derive e mettendo di continuo a confronto le loro bugie e la loro incompetenza con la realtà delle evidenze sperimentali...

Ma (forse***) è necessario che questi governino per un po’, in modo che vengano smascherate le loro incapacità, magari anche a rischio di prendere tutti quanti una (ennesima...lo so) facciata, e se ne vadano via con la coda tra le gambe...

Mi rendo conto che sia una scommessa rischiosa, ma d'altronde, se anche questi scomparissero di colpo dalla scena politica, non ci sarebbero valide alternative (cioè che siano al contempo una rottura col passato e tecnicamente affidabili) che li possano sostituire...

Ci vuole tempo (M5S e Lega ci hanno messo anni a crescere!) prima che qualcosa di nuovo e valido, che punti alla qualità, magari attingendo dall’enorme bacino di astensionismo (27% alle scorse politiche, intorno ai 40% secondo alcuni sondaggi), possa sorgere e crescere adeguatamente catturando consenso...

E se neanche questo funziona...beh si chiama darwinismo, vuol dire che siamo destinati al fallimento...

* ovviamente esiste una parte di Italia buona, che cresce e si innova, ma è una minoranza...il giudizio nel suo complesso, lo dicono le evidenze sperimentali, è negativo e con trend in peggioramento!

** l’ascesa di tali movimenti è in realtà un fenomeno trasversale in molte democrazie moderne e trova un fondamento comune da un fatto vero: negli ultimi anni le nostre società sono cambiate in modo strutturale, senza che nessuno abbia davvero chiesto alla gente cosa ne pensasse, globalizzazione, integrazione europea ed immigrazione di massa sono gli esempi principe…la Politica tradizionale li ha presentati come “dati di fatto”, mentre i sentimenti anti-establishment rivendicano che sono delle “scelte” a cui è possibile dare risposte diverse (per lo più a carattere populista e sovranista) da quelle finora intraprese…

*** su questa conclusione ho cambiato idea mille volte credo, ora ho più o meno fatto pace col cervello…

**** è vero che non abbiamo tempo da perdere se vogliamo riacchiappare i primi in classifica, ma è anche vero che non siamo ad un passo dal diventare veramente come l’Argentina o il Venezuela…


tl;dr:

Non tutte le colpe del declino italiano si possono attribuire alla Politica...in fin dei conti, infatti, la classe politica di un Paese riflette sempre la sua popolazione...

La spirale discendente per cui l’elettore medio pensa al suo tornaconto personale, per cui premia politici con visioni miopi a short-term, i quali accontentano gli elettori di cui sopra e così via, è espressione di un tragico immobilismo culturale di cui oggi siamo tutti vittime...

Il risultato è che l’italiano medio di oggi sta peggio dell’italiano medio di 2-3 decenni fa...

E la Politica tradizionale, in quanto per buona parte (sempre con i famosi distinguo citati settimane fa) è stata parte del problema, non è stata in grado di dare una risposta...anzi ha spianato la strada ai cosiddetti partiti anti-establishment...

Peccato che, pur essendosi presentati come innovatori ed anti-sistema, costoro si siano rivelati essere per lo più populisti con idee sovraniste e conservatrici, massima espressione della Politica del passato!

Nonostante ciò, godono di grande popolarità...e quindi, per potercene liberare, non vedo grandi alternative se non quella di lasciarli lavorare!

Mi rendo conto che sia una scommessa rischiosa, io per primo ho paura delle loro folli politiche, ma:
  • anche se scomparissero di colpo dalla scena politica, non ci sarebbero valide alternative che li possano sostituire con ampio consenso
  • è necessario (forse) che questi governino per un po’, in modo che vengano smascherate le loro incapacità e se ne vadano via con la coda tra le gambe

Probabilmente questo è l’unico modo che abbiamo affinché ci sia il tempo di costruire una nuova forza politica, che sia al contempo una rottura col passato e tecnicamente affidabile, in grado di sorgere e crescere adeguatamente catturando il necessario consenso...

E se neanche questo funziona...beh viva il darwinismo, vuol dire che ci compreranno i cinesi!

lunedì 11 febbraio 2019

Stiamo veramente subendo un’invasione?

Premessa: il capitolo immigrazione non si può liquidare con poche parole tipo “ci stanno invadendo, chiudiamo i porti” né all’opposto “accogliamo tutti, indiscriminatamente”, come ogni fenomeno complesso richiede fatica, competenza e risorse adeguate...oggi mi limito a rispondere, facendo uno sforzo super cinico e fingendo di dimenticare che stiamo parlando di persone, e NON numeri, alla domanda posta come nel titolo del post…

Cominciamo con i dati sugli sbarchi: con gli accordi stretti nel 2017 dal ministro Minniti con milizie armate e Guardia Costiera libiche, negli ultimi due anni l’ondata di arrivi è stata drasticamente ridotta, quantitativamente parlando i numeri di persone arrivate via mare nel 2017 e nel 2018 sono rispettivamente -80% e -87% rispetto al 2016 (1)

E, slogan a parte, il caro Salvini non ha nessun merito positivo in questo calo di sbarchi, anzi se possibile ha solo demeriti: da quando c’è lui, grazie alla battaglia di mistificazione alle ONG, supportata dal M5S (chi li ha votati ne sia consapevole!), le rotte di migrazione nel Mar Mediterraneo Centrale sono diventate più pericolose (percentuale di morti e dispersi più che raddoppiata, 2)

In termini assoluti, peraltro, nell’intero 2018 sono arrivate per mare 24k persone, grossomodo lo stesso numero che ogni domenica si raduna al Ferraris per le partite di Genoa o Sampdoria…vale la pena mettere a ferro e fuoco relazioni interne ed internazionali per numeri così ridicoli?

Per quanto concerne i dati sui richiedenti asilo, ovvero coloro che una volta arrivati hanno intenzione di restare: negli ultimi 5 anni il numero totale (a prescindere che gli venisse aggiudicato o meno lo status di rifugiato, di protezione sussidiaria od umanitaria) è di circa 400k richieste, in valore assoluto può sembrare tanto, ma è un misero 0,6% sul totale della nostra popolazione (3)...per fare un confronto, la tanto vituperata Germania nello stesso periodo di tempo ha ricevuto 1,5M di richieste di asilo, ben l’1,8% rispetto alla loro popolazione

E, sempre in un’ottica di fornire ordini di grandezza dei fenomeni in gioco, dal 2013 al 2017 il saldo migratorio dei laureati e diplomati italiani è negativo per oltre 150k unità ed il trend è in peggioramento (4)

Infine, a proposito di “Europa cattiva che non ci dà mai una mano”: Di Maio e Salvini non hanno perso occasione in passato per ribadire più volte che è necessario il superamento del Regolamento di Dublino, in nome di una equa ripartizione e dell’abolizione del principio di prima accoglienza...allora come mai nella proposta di riforma di novembre 2017 i loro partiti si sono opposti (M5S contro, Lega astenuti)? E perché da quando sono al Governo non hanno più spinto avanti in sede Europea una seria riforma di tale Regolamento?

Non è che forse stiamo esagerando con la reazione “oddio emergenza migranti”?

Non è che forse è solo uno strumento di distrazione di massa (insieme al più recente "dagli alla Francia") a mero scopo elettorale?


tl;dr:

Cominciamo con i dati sugli sbarchi: nel 2017 e 2018 sono arrivate via mare rispettivamente -80% e -87% persone rispetto al 2016

Questa riduzione di sbarchi si deve a Minniti, ministro del precedente Governo, mentre alla gestione Salvini e M5S, caratterizzate dalla demonizzazione delle ONG e dallo slogan “porti chiusi”, dobbiamo solo un aumento in percentuale di morti e dispersi in mare…

Nell’intero 2018 sono sbarcate in Italia 24k persone, quante quelle che ogni domenica si radunano al Ferraris per una partita di calcio...vi sembra un numero spaventosamente alto?

Veniamo ai dati sui richiedenti asilo: la somma negli ultimi 5 anni è di circa 400k richieste, “belin quante” verrebbe da esclamare, ma in relazione alla popolazione totale è un misero 0,6%, in confronto la Germania ha ricevuto nello stesso periodo 1,5M richieste, pari all’1,8% della loro popolazione

Tanto per dare un altro termine di paragone, sempre negli ultimi cinque anni l’Italia ha perso oltre 150k tra laureati e diplomati ed il trend è in aumento!

Infine, col sempreverde “e il Regolamento di Dublino keffà?”: semplicemente quando a suo tempo era stata proposta una revisione che abbandonasse il principio di prima accoglienza, il M5S aveva votato contro e la Lega si era astenuta...ed ora che sono al Governo, se ne guardano bene dal promuovere un dialogo serio in merito in Europa…

Non è che ci stanno prendendo in giro solo per poter usare il tema “migranti” nella loro perenne campagna elettorale?

lunedì 4 febbraio 2019

Manovra del cambiamento

Presentata come la manovra del rinascimento italiano, all’atto pratico è una tra le peggiori manifestazioni di shortermismo all’italiana (1) in cui non c’è traccia di riforme strutturali, si aumenta la spesa corrente in nome di una fantomatica crescita e si fa la voce grossa a suon di mancette elettorali...alla faccia del cambiamento tanto promesso…

Approvarla è stata uno sforzo immane che ha coinvolto un po’ di tutto:
  • mesi di trattativa con la Commissione Europea, con la tragedia/farsa 2,4➙2,04
  • continui dietrofront su qualsiasi aspetto, alimentando un clima di incertezza che non aiuta affatto il mondo privato, con una pianificazione aziendale impossibile da gestire, né quello pubblico, con lo spread che non è mai più sceso (e via di spese per interessi sul debito pubblico, 2)
  • parlamento umiliato (non che in passato non sia mai stato umiliato per altri motivi, ma da gente che lo mena col “cambiamento” uno non se lo aspetterebbe) perché la Legge è passata a botte di fiducia senza che ci fosse tempo di leggerne il testo

Qualcuno potrebbe obiettare, “ma i risultati ci sono no?”...eccovi quelli più pubblicizzati:
  • Reddito di cittadinanza, tralasciando il fatto che il nome non c’azzecca niente col contenuto, per come è costruito e per gli importi in gioco, sarà solo una sottospecie di rendita travestita da ibrido tra mercato del lavoro e politiche sociali...prendere come base il Reddito di inclusione e finanziarlo più adeguatamente era troppo difficile vero?
  • Quota 100, posto che l'idea di smantellare la riforma Fornero è una follia, di fatto è una finestra sperimentale creata per intercettare voti che permetterà ad alcuni privilegiati di andare in pensione prima...una presa in giro bella e buona...
  • Flat tax, anche qui il nome non c’entra nulla col contenuto, di base si configura come l’ennesima erosione dell’Irpef, un incentivo a limitare la crescita dimensionale dell’attività (=nero) e un serio rischio di aumento di finte partite IVA

Tra l’altro, per finanziare queste corbellerie si è ricorsi a:
  • aumento clausole salvaguardia IVA, ovvero se non tornano i conti (magari perché non cresciamo abbastanza) o si interrompono le due misure-bandiera oppure subiremo importanti aumenti IVA
  • promesse di recuperare 18G€ da ipotetiche privatizzazioni, peccato che non si riesca a raggiungere cifre simili da più di 15 anni e che Salvini e Di Maio facciano a gara a chi è più sovranista...e quindi non si sappia bene cosa vendere (3)

Inoltre, essendo le stime di crescita (nonostante da mesi sia nota una tendenza mondiale al ribasso) fatte dal Governo mooolto ottimistiche (4), rischiamo un aumento del rapporto deficit/PIL e di cascare nuovamente in una possibile procedura di infrazione

A costo di ripetermi...se questo è il cambiamento, si salvi chi può!


tl;dr:

La manovra del cambiamento è il condensato del peggior shortermismo all’italiana:
  • assenza di riforme strutturali
  • aumento di spesa corrente in nome di una fantomatica crescita
  • mancette elettorali per le prossime europee

Cambiamento...se ci sei batti un colpo!

L’iter per l’approvazione si può riassumere in:
  • tanto fumo e propaganda
  • aumento del clima di incertezza
  • spread che da maggio non è mai più sceso sotto 200pb

E quali sono le “vittorie” ottenute?
  • RdC, non è un vero reddito di cittadinanza, non è un sussidio di disoccupazione, sappiamo soltanto cosa non è [semi cit.]
  • Quota 100, non somiglia nemmeno per sbaglio ad un fantomatico “superamento della Fornero” (e meno male!), sarà solo l’ennesima scorciatoia per qualcuno e un’ingiustizia per qualcun’altro
  • Flat tax, ovviamente non è “piatta” manco per sbaglio (giuro che non capisco i loro problemi coi nomi), ma è un regime fiscale che spinge al nanismo d’impresa e crea forti diseguaglianze orizzontali tra lavoratori autonomi e dipendenti...Berlusconi ha di che essere invidioso...

In uno slogan: meno investimenti e più spesa corrente!