lunedì 18 marzo 2019

Cannabis libera

Quando a inizio gennaio è stata diffusa la notizia (1) che un senatore del M5S avesse depositato un ddl in materia di legalizzazione di coltivazione, lavorazione, vendita e detenzione della cannabis e suoi derivati ero rimasto piacevolmente sorpreso…finalmente una proposta sensata, di stampo progressista (2), proveniente dall’ambito governativo!

Purtroppo, dal momento che c’era il serio rischio di far qualcosa di decente, la controparte leghista è subito insorta e un paio di settimane fa ha proposto un ddl di opposta natura (3) che, in nome di vetuste pratiche proibizioniste, chiede di aumentare le attuali pene non solo per gli spacciatori, ma anche per i semplici consumatori (4, 5)

Triggerato da questi eventi, vorrei esporre i motivi per cui la proposta leghista rappresenti, a mio avviso, un tentativo anacronistico, idiota ed ipocrita di agire sul tema cannabis…

Partiamo da un fatto, che al giorno d’oggi dovrebbe essere assunto come ovvio, ma evidentemente per alcune persone tale non è: il proibizionismo come tecnica di repressione non funziona, punto.

Decenni di storia italiana ed estera affermano che proibire un qualsivoglia fenomeno, il cui tasso di partecipazione della popolazione è non trascurabile (6), è fallimentare…infatti dopo un’ovvia diminuzione iniziale della partecipazione alla pratica proibita, trascorso il tempo necessario per organizzare una nuova filiera produttiva/organizzativa, fa seguito una crescita del relativo mercato illegale, con i seguenti infelici risultati:

  • il fenomeno da proibire continua ad essere perpetrato
  • il consumatore rischia di rovinarsi la vita perché perseguitato dalla legge
  • lo stesso consumatore rischia molto per un prodotto la cui qualità non è certificata da nessuno
  • gli unici che ci guadagnano sono le organizzazioni criminali che sfruttano un business regalatogli dallo Stato

Gli unici strumenti che hanno dimostrato di funzionare, sono piuttosto la depenalizzazione e la legalizzazione…

Dove si è applicato tale percorso (e.g. Olanda e alcuni stati degli USA, 7) il consumo non è aumentato significativamente e si sono evidenziati alcuni benefici economici:
  • è nato un business (sia interno che in termini di turismo) legato alla cannabis, in Italia si stima che tale mercato sia superiore ai 5G€/y (8, 9)
  • i consumatori sanno cosa assumono e non rischiano guai con la giustizia
  • si contrasta la criminalità organizzata, arrecandole danni economici sia nel Paese in cui agiscono che in quelli dove hanno organizzato la produzione (spesso ci dimentichiamo dei danni prodotti altrove)
  • si risparmiano i soldi della lotta al consumo (evitando di far esplodere le carceri) e si può destinare parte del gettito del nuovo “mercato legale” nella lotta allo spaccio illegale

Inoltre, vorrei brevemente enfatizzare altri due aspetti:
  • a prescindere da tutto, l’idea di colpire i consumatori di sostanze stupefacenti è idiota, se uno ha un serio problema di dipendenza va curato, non punito!
  • dal momento che in termini di danni alla salute non ci sono evidenze particolari (anzi, 10 e 11), trattare in maniera diversa, in termini di legalizzazione, la cannabis e la coppia tabacco/alcol è molto ipocrita!

Infine, per concludere, lancio un paio di provocazioni: 
  • la prima, ovvia, è che un altro fenomeno, che ha l’incontrovertibile pregio di non arrecare danni alla salute, da legalizzare immediatamente è la prostituzione
  • la seconda, meno ovvia e su cui anch’io ho ancora dei dubbi, è che tutto ciò che è stato finora riportato in favore di depenalizzazione e legalizzazione della cannabis, si potrebbe riproporre anche per altre droghe, quelle comunemente definite “pesanti”


tl;dr: 

L’attuale legislazione italiana nei confronti del consumo di cannabis per scopo ricreativo è vecchia e obsoleta… 

Cogliendomi di sorpresa, il M5S ha proposto un ddl con l’intento di legalizzare la coltivazione, lavorazione, vendita e detenzione della cannabis e suoi derivati!

Senza troppe sorprese, invece, la Lega si è messa di traverso ed ha proposto un ddl in cui si inaspriscono le pene, sia per spacciatori che per consumatori! 

Quest’approccio, a mio avviso, è anacronistico, idiota ed ipocrita: 
  • decenni di storia insegnano che proibire fenomeni praticati da un’ampia fetta della popolazione è fallimentare, i problemi iniziali non si risolvono e ne sorgono altri
  • punire i consumatori di droghe è insensato, i problemi di dipendenza vanno curati, non puniti
  • trattare su piani differenti la cannabis, il tabacco e l’alcol è da incoerenti

L’unico percorso che dà risultati, è un processo di progressiva depenalizzazione e legalizzazione…

A chi predica che lo Stato non può perseguire pratiche immorali, rispondo come segue: non si tratta di essere favorevoli all’uso di droghe, ma di rendersi saggiamente conto che esistono fenomeni (la prostituzione è un altro valido esempio) impossibili da proibire, quindi è preferibile che vi sia un controllo da parte dello Stato, con tutti gli effetti benefici del caso, rispetto ad un becero proibizionismo, che ha il demerito di essere costoso e dar luogo a pratiche clandestine…

Nessun commento:

Posta un commento